di Redazione RadioA
Sono stati trovati anche reperti romani e analizzate le pratiche di sepoltura del Medioevo durante gli scavi realizzati sull’isola del Tino fra il 2021 e il 2022 e coordinati dalla Soprintendenza di Genova. Nell’area dove si trovano i resti murari più antichi del monastero di San Venerio del Tino, fondato nell’XI secolo, i lavori hanno portato alla luce reperti romani (anfore, lucerne, ceramica). Il complesso monastico è sorto sul punto più instabile dell’isola, dove si è anche scoperto che c’era una fonte. Nel 1864 il Demanio ha proceduto all’esproprio del Tino e del Tinetto che dal XVII secolo appartenevano a famiglie notabili che le avevano concesse in usufrutto perpetuo.