di Matteo Gianni
“Ci vorrebbe una elezione all’anno” commenta un amico mentre percorriamo una bella strada di campagna appena asfaltata, senza buche, la macchina va via che è un piacere. In effetti da molti anni è una delle poche consolazioni all’avvicinarsi delle elezioni: asfalti nuovi, cantieri aperti, tagli di nastri e grandi prospettive per il futuro. Arrivano anche, dalle amministrazioni uscenti, opuscoli che ci raccontano le meraviglie fatte nei 5 anni passati. E delle quali, distratti come siamo, manco ci eravamo accorti. Non solo in Lunigiana, per carità, è un fenomeno diffuso, ma il lunigianese medio è pimpante in fase pre-elettorale, il vecchietto solo o la signora che sa tutto di tutti attendono la visita dei candidati per il loro piccolo momento di gloria. Sì, perché il voto qui si cerca casa per casa, non esiste il voto di opinione, se non in percentuali risibili. Anzi, se il candidato non viene è quasi un’offesa: non è venuto, si vede che il mio voto non gli/le interessa. Poi c’è un rigoroso ordine di priorità: il parente in lista, a meno che non si siano rotti i rapporti, è una scelta sicura: se ci fosse bisogno, sappiamo a chi rivolgerci. C’è poi il voto “per grazia ricevuta”: famiglie intere che hanno visto assumere i figli in enti pubblici o in aziende private offrono volentieri un “ex-voto” a vita a chi in qualche modo si è interessato alla cosa.
Certo, con questo Internet e diavolerie moderne le cose sono cambiate: aveva vita facile quel politico del fivizzanese, funzionario dell’INPS, che portava direttamente a casa la lettera di inizio della pensione, attribuendosi parte del successo: “ce l’abbiamo fatta” . Adesso ci sono l’email e lo spid, il tutto si fa più complicato. Una certa abilità è sempre stata anche nel gestire la rete di rapporti “paesani” che forse c’entrano con le assunzioni “a ondate”, in aperta sfida alle leggi statistiche: si sono registrate nel tempo infatti concentrazioni di impiegati Asl, finanzieri, carabinieri, dipendenti della Provincia, tutti delle stesse frazioni che ancora oggi gli scienziati faticano a spiegare. Quindi qui la politica ha inventato i “promotori” molto prima delle banche. L’impressione, però, è che questo mondo stia finendo: le assunzioni pubbliche sono sempre meno, i cantieri si dilungano, i nastri da tagliare hanno altri tempi, chissà che il lunigianese decida per una volta di conoscere meglio le persone, le idee e di votare per qualcosa che va al di là del proprio orto.
Non è detto, non è facile, ma questa democrazia, che qua si fatica a digerire, e che vorrebbe gli eletti ospiti temporanei nelle istituzioni e orientati al bene comune cioè di tutti, dove ha potuto svilupparsi ha portato benessere e crescita economica. Può valere anche per i nostri borghi, ancora troppo simili a feudi, che vivranno se sapranno spalancare i bei portoni medievali a forze nuove ed idee di sviluppo nuove, magari portate avanti da qualche giovane visionario, a cui la politica lasci la libertà di agire.