di Redazione RadioA

Comano si piazza al primo posto della graduatoria del  Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni. Con il progetto dedicato alla valorizzazione della Via di Linari porta a casa un finanziamento di 1 milione e 200mila euro in partnership con Licciana Nardi. Il progetto è risultato il primo in graduatoria sui 1179 ritenuti ammissibili e finanziabili (1459 i progetti bocciati). La Via di Linari collega Emilia-Romagna e Toscana. Da Fidenza segue il corso del torrente Parma, facendo ingresso nella Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano, per poi raggiungere la Valle dell’Enza e il Passo del Lagastrello, scendendo  quindi lungo il corso del Taverone fino ad Aulla.

La Via di Linari incrocia la Via dei Ducati che da Modena porta a Sassalbo, la via del Volto Santo a Ponte Bosio e la Francigena di cui era una delle antiche deviazioni. Il bando è stato pubblicato lo scorso novembre ed era rivolto ai Comuni sotto ai 5mila abitanti. Antonio Maffei, sindaco di Comano, spiega che “le linee di finanziamento erano tre e noi abbiamo scelto la prima, che aveva per tema i percorsi storici. In particolare, abbiamo pensato a un progetto che valorizzasse la parte toscana della Via di Linari che parte da Fidenza, in Emilia Romagna. Il titolo del progetto è Incroci sulla Via di Linari, perché questo cammino incrocia la via dei Ducati che collega Modena a Sassalbo, la Via del Volto Santo e la Francigena”. Il bando premiava i progetti di Comuni associati ed ecco la partnership con Licciana Nardi che potrà realizzare la riqualificazione di una propria piazza. “Oltre a investire risorse sui 22 km di tracciato storico – conclude il sindaco – faremo investimenti nei borghi Torsano e Camporaghena”.

Il nome della Cammino è legato all’Abbazia di Linariche si trova lungo il cammino proprio sul crinale tra Emilia e Toscana. La Via era una delle antiche deviazioni della Francigena, utilizzata per valicare l’Appennino. L’antico nome del passo del Lagastrello era Malpasso. Questo nome fa capire bene a quali pericoli andassero incontro mercanti e pellegrini che si trovavano a valicare l’Appennino. Tanti si mettevano in cammino per fede, per rendere omaggio alla miracolosa reliquia del Volto Santo, custodita nella cattedrale di Lucca, oppure verso mete ancor più lontane: Roma e, oltre, i porti d’oriente e la Terra Santa. Altri affrontavano tanti rischi per questioni ben più “terrene”: merci di ogni genere attraversavano la montagna a dorso di mulo e il sale era fra queste la più preziosa. Per tutti l’Abbazia di Linari era un approdo sicuro, proprio là dove il pericolo era più grande e la natura più selvaggia, sul culmine del Malpasso. Oggi dell’insediamento restano solo le rovine, ma lungo tutto il percorso, che risale le valli dell’Enza e del Parma, sono numerosi i segni della potenza un tempo detenuta dall’Abbazia. Queste, infatti, sono conosciute anche come le Valli dei Cavalieri, dal nome della consorteria dei milites o cavalieri, una sorta di aristocrazia militare, che non esitò ad estendere i propri privilegi feudali sul territorio, senza troppo timore reverenziale nei confronti del potere monastico e vescovile.

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